Andreas Gursky, Salinas, 2021© ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Non parliamo più soltanto di una società dell’informazione o di una società della conoscenza, ma di una società della comunicazione, caratterizzata appunto da ininterrotti flussi informativi nei quali tutti siamo continuamente immersi.

Siamo, insieme, destinatari e produttori di comunicazioni. E sono proprio le informazioni direttamente prodotte da ciascuno […] a renderci più controllabili e vulnerabili.

 Stefano Rodotà, 2011

Percorrere l’epoca della documedialità (la nostra) – così come definita da Maurizio Ferraris -, significa valutare l’enorme impatto, cadenzato in un costante work in progress, del mezzo digitale e informatico sulla vita del singolo e di molteplici collettività.

In una rete informata e invisibile, dove, malgrado il caos, tutto sembra rispondere alle logiche di un disegno di cui non si conosce il tratto stabile e marcato, l’individuo si scopre in una posizione poco caratterizzante e desiderante, finanche irrisoria.

 Andreas Gursky, Les Mées, 2016 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Andreas Gursky, Les Mées, 2016 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

La qualità dello stato di aggregazione e partecipazione entro cui muovono individui e cose, posti non a caso su di uno stesso piano, è brillantemente percepibile nell’operato artistico del fotografo di origine tedesca, Andreas Gursky (Lipsia, 1955).

Andreas Gursky, Salerno, 1990 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Andreas Gursky, Salerno, 1990 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Un’enciclopedia dello spazio, come possibilità del pensiero…

La presa di distanza (distanza per vedere, distanza per mettere a fuoco, e poi ricerca di una propria posizione emotiva e intellettuale) chiede, nel costruire la sequenza, un ulteriore momento di sospensione.

Pensare un lavoro, ma poi capire il lavoro.

 Paola Mattioli, 2023

Le visioni panoramiche di spazi del vissuto, caratterizzati il più spesso delle volte dall’evidente fruizione e consumo capitalistico, sono il campo d’indagine prescelto da Gursky.

Andreas Gursky, Bahrain I, 2005 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Andreas Gursky, Bahrain I, 2005 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Questa oggi la legge. Ad ognuno la sua capsula.

Nello spazio geografico, avendo raggiunto i limiti del pianeta ed esplorato tutti i suoi confini, noi possiamo solo implodere in uno spazio ogni giorno più circoscritto […]

La trasparenza è esplosa in mille frammenti che sono come schegge di uno specchio in cui noi vediamo ancora riflettersi furtivamente la nostra immagine, un attimo prima di scomparire.

[…] Questa è anche la caratteristica dell’oggetto frattale: ritrovarsi intero nella più piccola delle sue parti.

Lavorando sulla minuzia del dettaglio e servendosi di un attento lavoro di post produzione, che è, al contempo, iter progettuale e scelta simbolica connessa all’esperienza del contemporaneo, Andreas Gursky pone sotto gli occhi dello osservatore spazi antropici, che vivono dell’illusionismo di una ricostruzione e assemblaggio di più scatti e parti.

Andreas Gursky, F1 Boxenstopp I, 2007 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Andreas Gursky, F1 Boxenstopp I, 2007 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Scriveva Jean Baudrillard, nel 1987:

Perché vi sia uno sguardo, è necessario che un oggetto si veli e si sveli, che scompaia ad ogni istante; per questo c’è nello sguardo una sorta di oscillazione. Queste immagini al contrario non vengono prese in un gioco di apparizione e di scomparsa.

In esse il corpo è presente, senza la scintilla di un’assenza possibile, nello stato di disillusione radicale, che è quello della pura presenza.

In un’immagine, certe parti sono visibili e altre no, le parti visibili rendono le altre invisibili, si instaura un ritmo dell’apparizione e del segreto, una linea di galleggiamento dell’immaginario.

Andreas Gursky, Hong Kong Shanghai Bank III, 2020 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Andreas Gursky, Hong Kong Shanghai Bank III, 2020 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Il micro e il macro di ogni osservazione e percezione, rivivono in Gursky con la forza di una scelta accurata, mai casuale, tesa ad attivare la ragione della critica, prima ancora che una narrazione tracciata a priori.

Cinque ore di osservazione e produzione dall’alto di una gru, sono il lavoro a monte di un progetto come May Day V (2007), eseguito nel corso del Tecno Party alla Dortmunder Westfalenhalle del 2006, in Germania. Benché l’edificio ritratto evolva materialmente in senso orizzontale, contando su soli quattro livelli di rialzato, la scelta del fotografo è quella di optare per un formato fotografico in verticale (324×217,9 cm), costituito da un minuzioso assemblaggio di parti che ne danno una visione, complessiva e definitiva, di struttura in vetro alta illusoriamente diciotto piani.

La ricostruzione mostra all’occhio dello spettatore la presenza molteplice di piccole figure umane, intente come formiche a compiere i più disparati, singoli micro movimenti.

Andreas Gursky, V&R II, 2022 (2009) © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Andreas Gursky, V&R II, 2022 (2009) © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

La persistenza di un tutto agisce su paesaggi scanditi dall’azione umana: vi è di fondo un richiamo alle criticità, una sottile e non meno potente denuncia della condizione entro cui l’umanità è sigillata ermeticamente.

Nell’opera di Gursky sembra allora tornare l’ombra delle maggioranze silenziose, inafferrabile e per questo determinante, di cui ha scritto ancora Baudrillard:

Tutto l’ammasso caotico del sociale ruota attorno a questo referente spugnoso, a questa realtà opaca e traslucida a un tempo, a questo nulla.

Sfere di cristallo delle statistiche, le masse sono «traversate da correnti e da flussi» proprio come la materia e gli elementi naturali.

[…] Non sono buone conduttrici né del politico né del sociale e neppure buone conduttrici del senso in genere. Tutto le attraversa, tutto le calamita, ma tutto vi si diluisce senza lasciare traccia.

[…] Sono l’inerzia, la potenza dell’inerzia, la potenza del neutro.

Andreas Gursky, Amazon, 2016 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Andreas Gursky, Amazon, 2016 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Stato di aggregazione e spazio costruito

Parlando del mio interesse per la natura ne dovrei argomentare un concetto più esteso. Probabilmente sono più interessato alla natura delle cose in senso generale […] mi viene sempre in mente il termine “stato di aggregazione” per descrivere la condizione esistenziale delle cose.

 Andreas Gursky, 1998

Benché si possa rintracciare nella lunga serie di progetti fotografici di Andreas Gursky una probabile suddivisione tra ritratti di paesaggi naturali e quelli inerenti agli ambienti marcatamente segnati dalla mano d’uomo (basti pensare ad Amazon del 2016 o, ancora, Kodak del 1995), è bene realizzare che, in ogni caso, la scelta di testimonianza e lavorazione ricada, sovente, sulla sfaccettata e sfuggevole cultura metropolitana.

La città, con i suoi edifici caratterizzanti, nonché la grande estensione di spazi scevri e sistematici destinati alla produzione, sono partecipi della realtà, spesso estraniante, immortalata da Gursky. Se la presenza labile e sottile di piccoli corpi umani costituisce il metro di misura per comprendere la relazione e, in molti casi, l’estensione dello spazio che circonda l’umanità (Flughafen II, 1994), la natura materica e la terza dimensione propria di ogni costruzione umana, nella sua fotografia, si presta a diventare, non di rado, elemento e superficie segnica (Atlanta, 1996). Aspetto, quest’ultimo, richiamante l’illusionismo e la maestria propri della produzione grafica.

Andreas Gursky, Kodak, 1995 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Andreas Gursky, Kodak, 1995 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Occorre allora ricordare che negli anni Settanta, gruppi di giovani architetti come Archizoom, offrirono e analizzarono criticamente «un’alternativa alla città capitalistica» (un esempio tra tutti, la No-Stop City) ricorrendo ad una decodifica del piano di progetto, «attraverso una esplicita iconografia formale e grafica» nel paradosso, come nella realtà sognata dal capitale, estendibile all’infinito.

[…] come un vasto e integrato “piano” […] i tre grandi spazi della città neocapitalistica: la fabbrica, il parcheggio e il supermarket […] ridotti al grado zero.

[…] la città […] oltre l’utopia e il riformismo.

Andreas Gursky, 99 Cent II, Diptychon, 2001 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Andreas Gursky, 99 Cent II, Diptychon, 2001 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Dal 25 maggio 2023 sino al 7 gennaio 2024, la Fondazione MAST di Bologna ospita la prima antologica italiana di Andreas Gursky, dal titolo “Andreas Gursky. Visual Space of Today”, a cura di Urs Stahel.

Si ringrazia la Fondazione per aver fornito la documentazione fotografica che accompagna il contributo.

Andreas Gursky, Apple, 2020 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers

Andreas Gursky, Apple, 2020 © ANDREAS GURSKY, by SIAE 2023 Courtesy: Sprüth Magers


Riferimenti bibliografici

– Aureli P.V., Il progetto dell’autonomia. Politica e architettura dentro e contro il capitalismo, Quodlibet, Macerata 2016
– Baudrillard J., All’ombra delle maggioranze silenziose, Cappelli editore, Bologna 1978
– Baudrillard J., L’altro visto da sé, Costa&Nolan, Genova 1987
– Gursky A., Gorner V., Lutgens A., Andreas Gursky fotografie 1994-1998, Kunstmuseum Wolfsburg & Hatje/Cantz, Wolfsburg & Ostfildern, Germania 1998
-Mattioli P., Adamo F. (a cura di), L’infinito volto dell’altro, Mimesis, Sesto San Giovanni 2023
-Rodotà S., Ferraris M. (a cura di), Foucault e le nuove forme di potere, «Capire la filosofia», n.15, La Biblioteca di Repubblica, Milano 2011
-Visconti F., Capozzi R., Ferraris M. (a cura di), Architesture. Attorno all’architettura, LetteraVentidue, Siracusa 2021