Foto parete d'acqua

L’acqua è stata nel corso della storia parte integrante dell’edificio (domus romana, castello, abbazia, piazza …).

Tale risorsa non serviva solo per l’approvvigionamento idropotabile, ma era considerata un elemento indispensabile di per sé, perché in grado di dare sensazioni di benessere e armonia.

Aqua, progetto e storia

Nei giardini, nei patii e peristili le vasche, le piscine, le fontane e i laghetti erano elementi estetici e terapeutici al tempo stesso.
Da un lato riflettevano gli alberi, le rocce, le statue e il cielo, dall’altro garantivano la purificazione e ionizzazione dell’aria durante le estati calde.

In questo tipo d’ambientazioni l’acqua raggiunge il massimo effetto positivo quando è in movimento.

Ruscelli, Flowforms, cascatelle e fontane con svariate forme (per esempio a spirale) danno sensazioni di vita e il loro suono rilassante allevia le tensioni.

Le forme dell’acqua in movimento hanno ispirato artisti e scienziati, da Leonardo da Vinci in poi, e da oggi sono la base dei nuovi progetti dell’edilizia ed urbanistica bio-ecologica.

 

fontana contarini a Bergamo

Fontana Contarini a Bergamo

Recuperare il senso della storia per progettare nuovi insediamenti attenti al rispetto, recupero e revitalizzazione dell’acqua risulta importante.

Pozzi e fontane sono fra gli elementi d’arredo più antichi, poiché avevano la funzione di fornire acqua per gli usi domestici (lavare, dissetarsi, .) a tutti gli abitanti di città che non possedessero un pozzo proprio.

La loro frequenza nella città era dunque un fatto utilitario che diventava, in non pochi casi elemento decorativo, fino ad assurgere  a forme di grande importanza e monumentalità.

Il piacere visivo e psicologico che l’acqua procura, ha contribuito nel tempo alla definizione di una gran varietà di forme nell’ambiente urbano come in quello non-costruito (parchi, giardini).

Nei diversi secoli e nei diversi stili architettonici sono state privilegiate le acque sia in movimento sia calme: catene d’acqua, zampilli e cascate nel giardino all’italiana, contrapposte alle grandi vasche del giardino classico francese fino ai romantici, ombrosi laghetti dei parchi inglesi.

Un esempio storico significativo è rappresentato nella Villa – Castello dei Farnese detta Lante a Caprarola – Viterbo (circa 1559 – 1564), dove Jacopo Barozzi detto il Vignola ha creato con i delfini di pietra la cosiddetta “catena d’acqua”, conduttura obbligata per il corso d’acqua che scende dalla fontana sul fondo, ornata da due statue allegoriche di fiumi.

Ai lati, due verdi scale portano alla Palazzina del Piacere, un angolo dei giardini dove gli antichi proprietari cercavano refrigerio nelle giornate estive.

L’acqua che scende con movimenti ritmici dalla fontana favorisce un microclima piacevole.

Catena d'Acqua del Vignola

“Catena d’Acqua” del Vignola

Catena d’acqua e modiglione con richiami alle forme spiraliformi, arch. Vignola

Nei climi caldi l’acqua scorre all’interno (patii, corti e giardini) della casa utilizzando architetture ispirate agli edifici moreschi e spagnoli.

Nei climi temperati, dove la presenza dell’acqua all’interno della casa è meno frequente e indispensabile, la sua vicinanza crea speciali suggestioni.

L’idea dell’acqua in un giardino è così importante per i Giapponesi che a volte nei giardini zen è simboleggiata da pietre, ghiaia e sabbia.

Simile in questo a un ciclo idrologico planetario in miniatura, l’acqua all’interno della casa e intorno a essa contribuisce a regolare l’umidità, aumenta la percentuale di ioni benefici, purifica e raffredda l’aria.

È anche il più efficace conduttore e immagazzinatore di calore che esista e viene usata nelle case solari e in molte forme di riscaldamento e raffreddamento della casa.

Catena d'Acqua del Vignola

“Catena d’Acqua” del Vignola

Il recupero dell’acqua per progettare bio – ecologicamente

Gli impianti idraulici presenti negli edifici favoriscono lo spreco di acqua; di conseguenza, anche se si tenta di modificare il proprio comportamento, ciò può non essere sufficiente ad ottenere risultati apprezzabili.

Poiché i servizi igienici utilizzano quasi la metà dell’acqua e i bagni e le docce un terzo, per prima cosa è utile concentrare l’attenzione su queste aree della casa.

Da quando, nel XIX secolo è stato introdotto il gabinetto a sciacquone, il meccanismo è rimasto pressoché lo stesso.

Un servizio igienico normale utilizza dai 9 litri d’acqua in Gran Bretagna e Australia ai 20 litri degli Stati Uniti per ogni scarica.

Oggi sono in commercio servizi igienici dotati di sciacquone che utilizzano 6 o addirittura 4 litri per scarica.

L’importanza del risparmio nella risorsa acqua come tema di sperimentazione, è motivata dal ruolo rilevante che ricoprono i consumi idrici del settore dell’edilizia civile rispetto ai consumi globali.

Si può notare come in ambito urbano gli usi domestici prevalgano nettamente su tutti gli altri e come il consumo domestico medio per abitante in Italia (220 l/ab/g) risulti assai più elevato di quello in paesi europei aventi tenore di vita più alto (il clima mediamente più alto e l’afflusso turistico non riescono a giustificare tali dati).

Tali consumi possono essere ridotti mediante l’utilizzo dell’acqua piovana.

L’acqua piovana in genere non è potabile, ma può essere utilizzata dopo essere stata biodepurata (con materiale inerte, carboni attivi e piante) per irrigare serre, giardini, orti, alimentare servizi igienici, lavatrici, lavare auto, parti comuni di edifici come vani scala, atri ecc.

In diverse zone, soprattutto industriali, nell’acqua piovana si può riscontrare la presenza di sostanze inquinanti; è perciò indispensabile verificare il grado di inquinamento prima di progettare eventuali sistemi di captazione, in ogni caso esistono dispositivi (separatori automatici) che eliminano le prime acque di pioggia più cariche (scaricate in fognatura) che comunque poi vengono filtrate.

L’utilizzo dell’acqua in tutti gli insediamenti sia nuovi che esistenti riadattati, si deve basare sul principio del massimo rispetto,  recupero della cultura del risparmio e del basso inquinamento dell’acqua potabile da una parte e dall’altra del riutilizzo dell’acqua piovana, nonché della massima chiusura di tale ciclo.

Tutto questo permetterebbe un minore impegno per la fognatura pubblica, risparmio nel dimensionamento e nell’esercizio dei depuratori, fabbisogno minore di spazio per depositare i sedimenti dei depuratori.

Tutto questo permetterebbe un minore impegno per la fognatura pubblica, risparmio nel dimensionamento e nell’esercizio dei depuratori, fabbisogno minore di spazio per depositare i sedimenti dei depuratori.

È chiaro che il consumo attento dell’elemento essenziale acqua presuppone una certa sensibilità dell’utente e questa purtroppo può essere soltanto auspicata (attraverso attività di maturazione della consapevolezza ambientale) ma non forzata.

Che fine fa l’acqua di buona qualità che sprechiamo?

L’acqua di buona qualità realmente necessaria per la vita di tutti i giorni può ridursi a poche decine di litri al giorno per persona, mentre ne sprechiamo varie centinaia, senza ricavarne benefici proporzionali.

Qualunque uso se ne faccia, l’acqua finisce nelle fognature mescolandosi con le acque nere, per poi proseguire con il suo carico di rifiuti verso i fiumi e il mare.

Si possono ipotizzare per nuovi insediamenti due sistemi dell’acqua, una per l’acqua potabile ed una per l’acqua piovana ovviamente previa biodepurazione.

Costruire non sempre significa distruggere la natura.

Attraverso una realizzazione ecologica di case e complessi si può dare un contributo al miglioramento dell’ambiente e al clima della città.

Il costruire fondato sui principi bio – ecologici e quindi anche l’integrazione dell’acqua nel progetto (parete d’acqua, flowforms a balaustra, laghetti/biofitodepurazione) consente di risparmiare le risorse e di promuovere la coscienza ambientale degli uomini.

Oggi la cultura dell’acqua sia nel contesto urbano che edilizio, da parte degli architetti ed urbanisti si esprime solo attraverso una logica, che si identifica nella progettazione di grandi reti e sistemi di depurazione da una parte e dall’altra di sistemi idraulici con sempre maggior utilizzo di acqua potabile non più riutilizzabile (vedi sciacquoni, vasche, docce, ecc.).

Tale logica predilige appunto la segregazione, intubazione e infine depurazione con grandi reni artificiali (depuratori tradizionali) e scarico puntuale di grosse quantità di acque reflue in un unico punto del corso d’acqua.

Flowforms

Vengono sprecati grossi quantitativi di acqua, i quali viceversa potrebbero essere riutilizzati.

In molte città europee, una per tutte Friburgo in Germania, da molti anni la politica seguita dalle varie Amministrazioni si basa sul massimo risparmio e rispetto della risorsa acqua, attraverso sistemi di recupero, riutilizzo per creare elementi estetici come ruscelli, cascatelle, fontane, percorsi sinuosi nelle piazze, negli insediamenti e soprattutto nelle singole abitazioni, nonché sulla attenta progettazione di sistemi di biofitodepurazione a piccola scala (massimo 2.000 ab./eq.), che di fatto diventano dei parchi – giardino fruibili dagli utenti coinvolti nella progettazione (componente awareness raising).

Alcuni punti fermi per attuare il risparmio idrico

Per attuare una gestione oculata del risparmio idrico sia nel progetto architettonico che a livello territoriale possiamo ipotizzare alcuni punti:

  • economizzazione dell’acqua potabile attraverso l’utilizzo di acqua piovana recuperata per vari usi (sciacquoni, irrigazione, sistemi antincendio, alimentazione fontane e risine);
  • installazione negli edifici di sistemi idraulici a cacciata con ridotto utilizzo di acqua (sciacquoni da 3 – 6 litri);
  • progettazione di condotte di adduzione separate per acqua potabile ed acqua piovana depurata;
  • biofitodepurazione di acque grigie riutilizzate per irrigazione del verde pubblico;
  • Infiltrazione dell’acqua piovana per rinvenamento falda acquifera;
  • recupero dell’acqua piovana come acqua utile dai tetti per alimentare laghetti, fontane (creazione di spazi liberi di qualità didattico – ricreativa) quindi immagazzinata in cisterne per un riuso funzionale/estetico in rapporto al costruito;
  • depurazione decentralizzata dell’acqua di scarico, vicino al luogo di produzione attraverso sistemi collegati di sedimentazione e  biofitodepurazione;
  • scarico delle acque depurate in corsi d’acqua rinaturalizzati oppure riutilizzate solo per irrigazione verde pubblico;
  • miglioramento del microclima interno all’edificio o di complessi attraverso l’effetto rinfrescante delle piante, laghetti, cascatelle, pareti d’acqua e percorsi sinuosi da cui evapora l’acqua;
  • ossigenazione e revitalizzazione dell’acqua mantenuta in movimento (per esempio con le cascate Flowforms).

La biofitodepurazione intesa come famiglia di tecniche applicabili ai vari contesti territoriali (rinaturazione di corsi d’acqua con piccola portata, ex – cave, zone degradate, vuoti urbani,  depuratori esistenti, ecc.), deve essere considerata ed inserita in una logica di decentralizzazione.

Le dimensioni territoriali più soddisfacenti su cui intervenire sono:

  • scala edilizia da 1 – 20 abitanti/eq. (casa unifamiliare, bifamiliare, case a schiera);
  • scala edilizia da 20 – 100 abitanti/eq. (case a schiera,  PEEP, condomini, impianti sportivi, piccole aziende);
  • scala urbana da 100 – 500 abitanti/eq. (porzioni di quartiere, lottizzazioni);
  • scala urbana da 500 – 1.000 abitanti/eq. (parti di città, piccoli comuni, comunità montane, parchi acquatici);
  • scala territoriale da 1.000 a 10.000 abitanti/eq. (aree industriali, aree agricole, medie comunità, ecc.).

L’Architettura dell’Acqua

Per Architettura dell’Acqua si intende

l’arte e la tecnica dell’ideare, progettare e realizzare manufatti edilizi che dialogano ma soprattutto rispettano l’elemento acqua (cisterna -impluvio, corridoi d’acqua, Flowforms a balaustra, Living machines o acquari verticali, giardini d’acqua, catene d’acqua, risine, greenhouse dell’acqua, sistemi di captazione per infiltrazione … ”

da Feng shui, architettura, ambiente, acqua, (1998) Macro edizioni (Fo).

L’Architettura dell’Acqua attraverso una serie di tecniche si occupa quindi, del risparmio, recupero, risanamento, rivitalizzazione e dinamizzazione della risorsa.

Risulta importante nell’applicazione di tali tecniche lo studio delle forme (prevalentemente meandriformi e a lemniscata cioè ad otto rovescio) e l’utilizzo di materiali ecocompatibili.

Gli interventi progettuali possono essere a varie scale:

  • interventi paesaggistici come la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua,
  • il ripristino di ecosistemi naturali (biotopi, stagni, laghetti), sistemi di infiltrazione;
  • interventi a scala urbana: sistemi di ritenzione, biofitodepurazione, risine, progettazione di piazze d’acqua;
  • a scala edilizia: cisterne, biofitodepurazione, risine, fontane dinamizzanti, ecc.

Come utilizzare queste conoscenze a livello edilizio?

Le tecniche sostenibili del ciclo dell’acqua possono essere applicate anche a livello edilizio, utilizzando impianti che prevedono il risparmio idrico (rubinetterie con sistema eco-top, sciacquoni a cacciata ridotta, energizzatori dell’acqua del rubinetto), sistemi per il recupero dell’acqua piovana (cisterne rivestite in cocciopesto), impianti di biofitodepurazione a flusso subsuperficiale, risine o percorsi d’acqua e fontane dinamizzanti.

Per quanto riguarda la sostenibilità del verde urbano, nelle nostre città si dovrebbe recuperare l’antica regola che ogni elemento di arredo, pur indispensabile, si dovrebbe vedere il meno possibile.

Foto parete d'acqua

Tutto dovrebbe essere inserito nella natura e con essa dialogare per ricreare ambienti più sani e vivibili.

La vegetazione oltre ad essere un elemento estetico – funzionale dovrebbe avere tra gli obiettivi prioritari anche quello di depurare l’aria e di migliorare il microclima ambientale.

Aree dismesse, piazze, vuoti urbani così come muri, ringhiere, cestini, panchine ed ogni altro elemento di arredo, anche se esteticamente piacevoli, devono garantire un discreto inserimento nell’ambiente naturale che si è creato con il verde in mezzo alle strutture inerti della città.

Non è l’arredo che abbellisce la città ma la natura con qualche elemento necessario per una migliore fruibilità del verde.

Gli interventi di forestazione urbana garantiscono all’uomo il ritorno della natura in città, allo scopo di ricreare in mezzo all’asfalto, al cemento armato, alla gelida artificiosità, l’ambiente naturale, un luogo dove vivere e qualche volta anche il meditare siano possibili.

Salvare l’acqua

Riconoscendo l’importanza dell’elemento acqua e il rispetto del suo ciclo naturale per il futuro del pianeta, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2003 Anno Internazionale dell’Acqua.

Anche oggi, dobbiamo riflettere sulle problematiche legate a questa risorsa, ma soprattutto agire e programmare interventi per riqualificare il territorio, risanare i fiumi, le risorgive, rendere permeabili i suoli, incentivare il recupero e il risparmio dell’acqua meteorica e gli interventi di depurazione con tecniche naturali.

A questo ciclo si deve aggiungere tutta una serie di azioni e sistemi che rivitalizzino ed energizzino l’acqua potabile.

Noi tutti possiamo fare qualcosa come consumatori, progettisti e produttori.

Vandana Shiva – scienziata indiana fra i massimi esperti internazionali di ecologia sociale nel suo ultimo libro (Le guerre dell’acqua – Feltrinelli), indica i nove principi su cui fondare la democrazia dell’acqua:

  1. l’acqua è un dono della natura;
  2. è essenziale alla vita, tutte le specie e tutti gli ecosistemi hanno diritto alla loro quota di acqua sul pianeta;
  3. è interconnessa mediante l’acqua;
  4. deve essere gratuita per le esigenze di sostentamento;
  5. è limitata ed è soggetta ad esaurimento;
  6. deve essere conservata;
  7. è un bene comune;
  8. nessuno ha il diritto di distruggerla, abusandone, sprecandola o inquinandola;
  9. l’acqua non è sostituibile e non può essere trattata alla stregua di una merce

È piuttosto da rilevare da una parte la scarsa propensione al risparmio in questo campo in Italia e dall’altro le basse tariffe che non incentivano certo il risparmio.

Lo scarso valore monetario del bene è altresì causa di usi impropri come ad esempio l’innaffiamento dei giardini.

Grande importanza ha anche il tipo di installazioni: tubazioni, rubinetti, sciacquoni dei wc di capacità esagerata possono aumentare notevolmente i consumi.

L’utilizzo dell’acqua come interior design

È importante l’utilizzo dell’acqua all’interno delle abitazioni: l’antica arte del Vento e dell’Acqua consiglia di posizionarla nelle zone con un magnetismo relazionato alle Flying Star timely (Stelle 8, 9 e 1 Dragoni Acqua).

Esistono nel mercato delle fontane a cascata per interni che producono ioni e aromatizzano con oli essenziali l’ambiente interno.

L’effetto ionizzante prodotto dal passaggio di goccioline d’acqua nell’aria garantisce un risultato benefico nel sito (riequilibrio tra la presenza nell’aria degli ioni di carica positiva e gli ioni negativi spherics, radiazioni naturali presenti normalmente nell’aria).

La ricerca medica ha dimostrato che un eccesso di ioni positivi in ambienti confinati provoca un senso di malessere nella maggior parte delle persone, mentre se sono preponderanti gli ioni negativi, questi favoriscono il benessere e il rendimento lavorativo.

Nelle fontane a cascata, l’acqua scorre seguendo un andamento spiraliforme destrorso (senso orario) in sinergia con il movimento a lemniscata (forma dell’infinito) all’interno delle otto coppette formanti l’intera fontana.

Tale successione ritmica contribuisce alla rivitalizzazione dell’acqua e al raffrescamento degli ambienti confinati.

La fontana a cascata è considerata come un sistema di equilibrio e di controllo dell’umidità soprattutto nel periodo invernale in concomitanza con il funzionamento dei termosifoni, nonché di produzione di ioni negativi importanti per la qualità dell’aria.

Parete d'acqua luminosa


Letture consigliate

Architettura dell’acqua

Emoto M., (2000), Messages from Water, Hado Kyoikusha Co., Ltd., Japan.

Dreiseitl H., Grau D., Ludwig K H. C., (2001), Waterscapes, Planning, Building and Designing with Water, Birkhäuser, Basel.

Parancola S., (1998), L’energia dell’acqua per rivitalizzare gli ambienti, Ambiente & Salute, n° 2, Tc, Padova.

Parancola S., (1999), Biofitodepurazione: concetti, pianificazione ed esempi, in Urbanistica informazioni, n° 164, marzo-aprile, INU.

Parancola S., (1999), Ciclo dell’acqua e verde in ambiente urbano, in Progetti per una città sostenibile, Politiche abitative, esperienze di bioarchitettura e urbanistica partecipata a Padova,  Comune di Padova, Assessorato alle Politiche Abitative, Padova.

Parancola S., (2000), “Il giardino della fitodepurazione”, in  Magiche piante magiche, un itinerario segreto, Macro edizioni (Fo).

Parancola S., Trevisiol E. R., (2003) Manuale di biofitodepurazione, Edicom, Monfalcone.

Schwenk T., (1988), Il caos sensibile, ed. Arcobaleno, Oriago (VE).

Too L., (1996), Water Feng shui for Wealth, Konsep Lagenda Sdn Bhd, Malaysia.

Trevisiol E., (2002), Ciclo delle acque e ambiente costruito, Il Sole 24 ore, Milano.

Watts A. W., (1997), Il Tao: la via dell’acqua che scorre, Ubaldini editore, Roma.

Nichols J. W. (2014), Blue Mind, Macro Edizioni, Cesena.