
Davide Vercelli, la strada verso il processo creativo. Il percorso da intraprendere per realizzare un’installazione che impersonifichi un concetto non solo visuale è frutto di studio e competenza acquisita negli anni.
Lui stesso ha definito il suo lavoro come “un unico processo creativo”, infatti il “pensiero di una installazione e le modalità di realizzarla ne fanno parte (…) non vi è un distinguo tra l’idea e il modo di realizzarla”.
La pianificazione richiede un’elaborazione pregressa dell’idea e un ideale chiaro da perseguire. La componente meccanica e quella elettronica richiedono un affinamento, in modo tale da ottimizzare le frequenze di oscillazione e i tempi. Lo scopo finale è raggiungere il funzionamento sincrono di tutti i concetti immaginati.
Il Progetto Blow (s)kulture, esposto nel 2017 alla Design Week, è un progetto che ha acquisito particolare rilievo per l’ideatore. L’espressione stessa della correlazione tra fenomeni fisici e segni visibili o udibili, generando un’esperienza sensoriale fuori dal comune.
Tale progettazione artistica ha sfruttato le possibilità offerte dalle trasformazioni energetiche. L’elettricità che muta in movimento, il movimento che genera flussi, i flussi che destabilizzano un equilibrio e il disequilibrio che genera urti ed energia sonora. La carica magnetica dell’opera era generata grazie all’utilizzo specifico di onde e masse d’aria, che si muovevano e che il cervello ritrasformava in elettricità, percependo una diversa atmosfera. Un fenomeno definibile come circolare: le persone che vedevano l’immagine si ritrovavano al punto di partenza.
L’installazione è stata realizzata per Matrix4Design, web magazine dedicato al mondo del design e dell’architettura, creata con l’obiettivo di offrire ai visitatori la possibilità di vivere un’esperienza meditativa e sensoriale nei giorni frenetici della Design Week.
Vercelli per l’occasione ha realizzato una vera e propria esperienza sonora immersiva, ponendo al centro del meccanismo di funzionamento il movimento del pubblico. L’opera di progettazione, immersa in un bagno di luce di grande impatto emotivo, composta da 12 vele oscillanti, disposte su due filari, animate grazie ad alcuni micro-ventilatori nascosti, che si muovevano solo in presenza degli osservatori. Grazie alla disposizione di alcuni sensori nella stanza, era possibile percepire i segnali di movimento del pubblico e regolare i flussi d’aria, dando vita all’oscillazione delle vele che, alle loro estremità, avevano calici di cristallo il cui urto provocava una sequenza sonora armonica e delicata.
L’installazione Blow (s)kulture esplorava in modo poetico i concetti di casualità e produzione automatica del suono e del movimento. Ma per l’autore simboleggiava anche un’indagine sui fenomeni di trasformazione dell’energia che, attraverso il movimento, da elettrica evolve in meccanica e in ultimo in pressione sonora.
Il punto focale del progetto era l’interazione diretta con il pubblico, perché in sua assenza l’intera struttura si presentava statica, e di conseguenza silente: solo la partecipazione e il movimento permettevano il manifestarsi del fenomeno. Le vele si contraddistinguevano per un’oscillazione lenta e il suono che ne derivava era coordinato al movimento. L’elaborazione del movimento e la conseguente elaborazione del suono erano in parte casuale e randomica ma proporzionali ai comportamenti degli osservatori.
L’interattività è stata fondamentale per il progettista, che l’ha resa parte integrante dell’installazione: senza un osservatore l’intera struttura non esisteva.
Per i visitatori del Fuorisalone l’esperienza è stata indimenticabile.
“Mi attrae da sempre la possibilità di correlare i fenomeni fisici a segni percettibili in maniera evidente con i sensi”, ha raccontato in quell’occasione Davide Vercelli, designer con una formazione da ingegnere. Attratto dalle trasformazioni energetiche, nella sua opera sfrutta l’elettricità che si tramuta in movimento, che genera a sua volta flussi, che destabilizzano un equilibrio che provoca urti ed energia sonora. E poi ancora onde e masse d’aria che si muovono e che il nostro cervello trasforma di nuovo in elettricità.
Il progetto che da scienza e meccanica raggiunge un’idea trascendentale e mistica. Ricreare un’installazione sfruttando le competenze tecniche, al fine di evocare emozioni e magnetismo. Una nuova visione del contesto, che fa spazio alla commistione tra materie.