Schema dell'arcipelago delle Cheradi

Chiudere il Cratere è il pretesto per una riflessione spaziale e soprattutto sociale sul capoluogo ionico. Questo progetto compositivo abbraccia le tematiche del riuso e del rapporto con l’architettura del passato: l’arcipelago, che si costituisce dalle isole SS. Pietro e Paolo assieme all’isolotto di S. Nicolicchio, distanti dalla terra ferma circa 6 km, verte ad oggi in uno stato di abbandono.

Schema dell'arcipelago delle Cheradi

Il primo momento di ricerca si concentra sull’analisi del tessuto urbano della città di Taranto, dall’espansione del Borgo Umbertino alla contemporaneità, sullo studio compositivo e progettuale dello stesso waterfront, che assieme alle isole di SS. Pietro e Paolo chiudono “il Cratere”  e su una lettura a carattere sociale che ingloba un’analisi delle interazioni umane all’interno dell’omonimo Golfo. Partendo da delle basi di carattere storico, socioeconomico e territoriale, questi tipi di analisi trovano un loro sviluppo in un approfondimento, prima di natura spaziale in scala urbana, poi in un piano di sviluppo economico e sociale per un futuro post siderurgico della stessa città di Taranto.

Schema dell'arcipelago delle Cheradi

La fase successiva si focalizza invece sul patrimonio architettonico presente sulle isole di SS. Pietro e Paolo, un patrimonio di archeologia “urbana” di natura quasi esclusivamente ottocentesca. Studiando e aderendo a due bandi, di carattere nazionale, si prospetta un piano di rifunzionalizzazione dell’arcipelago in stato di abbandono: il programma dei XX Giochi del Mediterraneo a Taranto, previsti nel 2026, e il vecchio bando del 1997 delle “ Isole della Scienza” trovano sviluppo nel riuso dei manufatti esistenti. L’Isola di S. Pietro, che ad oggi risulta ancora attiva per il monitoraggio marittimo e aereonautico, acquista un nuovo volto attraverso l’integrazione di impianti sportivi alla preesistenza. Le vecchie torri radio e la Batteria Militare si presentano, in fase progettuale, come punti cardine degli impianti per i Giochi del Mediterraneo ospitando oltre al Villaggio Olimpico, di cui è già prevista successivamente una trasformazione in foresteria post competizione olimpica, numerosi impianti per la preparazione sportiva e per gli sport d’acqua non inclusi dall’attuale piano dislocativo dei Giochi adoperato dall’amministrazione comunale. L’isola inoltre , ospita ulteriori interventi per un miglioramento infrastrutturale con la costruzione di un nuovo attracco portuale e di un club nautico, in aggiunta a infrastrutture recettive non presenti ad oggi sull’isola.

Schema dell'arcipelago delle Cheradi

Il progetto per l’isola di S. Paolo, invece, lavora esclusivamente sul riuso dell’esistente, senza adoperare ulteriori operazioni di nuova costruzione. Il patrimonio storico, edificato in periodo bellico durante le guerre napoleoniche da parte della marina francese, è quindi manipolato per ospitare nuovi servizi  per la ricerca, l’analisi e la formazione in ambito marino e microbiologico con una particolare attenzione alla flora e fauna presente nell’ecosistema del Golfo. La trasformazione degli edifici navali  in un nuovo polo di ricerca è il focus progettuale dell’intero isolotto di S. Paolo:  le vecchie caserme sono convertite in un club nautico che accoglie al suo interno la parte terminale del percorso di connessione con la vicina S. Pietro, l’attuale approdo nautico viene ampliato per una connessione diretta con i punti strategici del Cratere e nella vecchia Torre Corazzata Vittorio Emanuele II il progetto colloca un polo museale e educativo come richiesto dai bandi presi in analisi oltre alla pianificazione dei servizi operativi dell’isola.

Schema dell'arcipelago delle Cheradi

Le due isole, da sempre disconnesse come dalla città quanto tra loro, da un punto di vista infrastrutturale ora acquistano nuova connessione attraverso la realizzazione di un elemento architettonico caratterizzante: il nastro. Questo, di duplice natura, funziona da elemento connettivo-naturale, in quanto elemento architettonico di connessione tra le due isole e elemento di divisione tra l’ambito naturalistico delle singole e quello ancora attivo militarmente. Inoltre questo elemento progettuale svolge un ruolo di rilievo per i Giochi Olimpici  ospitando, lungo la sua superficie, il percorso sportivo del triathlon.

Schema dell'arcipelago delle Cheradi

L’intero progetto non vuole mirare quindi a una semplice operazione di riuso e riqualificazione delle isole Cheradi, che vertono in stato di abbandono, bensì si pone l’obiettivo di rimettere in moto, tramite delle operazioni progettuali di rifunzionalizzazione, un intero sistema sociale, economico e soprattutto culturale all’interno della città di Taranto. L’alternativa progettuale vuol così vedere nelle Cheradi un’alternativa concreta per la città dopo la crisi siderurgica, non vuol ignorare  i problemi conclamati dell’industrializzazione ne tantomeno denunciare le infinite possibilità che il territorio offre. L’operazione progettuale vuole invece considerare la città nel suo toto, nella sua interezza e complessità individuando nell’arcipelago una nuova possibilità sociale e culturale. Quello che è sempre stato un familiare paesaggio potrà diventare quindi un motivo di sviluppo collettivo, economico ed educativo, dando la possibilità di nuovo lavoro a tutti coloro che si sono già formati nella città ionica mettendo in scacco il monopolio occupazionale legato al mondo dell’industria siderurgica.