
Vi siete mai chiesti come mai il quadrato è stato, è tutt’ora e sarà, così utilizzato nell’arte e nell’architettura?
Sicuramente possiamo dire che è la figura più regolare tra i quadrilateri, infatti fonde le caratteristiche del rombo e del rettangolo insieme, mantenendo i lati uguali, propri del rombo e gli angoli perpendicolari come nel rettangolo.
Potrebbe sembrare facile spiegare la geometria riducendola alla sola funzione matematica o, più generalmente, scientifica, ma la geometria è soprattutto il linguaggio formale dell’architettura, uno strumento utile ad ingegneri, architetti, geometri, Interiors per tagliare, delimitare, formare…più semplicemente per creare uno spazio.
Un linguaggio universale, compressibile a tutti, per esprimere un’idea progettuale!
La perfezione del quadrato è stata sfruttata da sempre, infatti già nel I secolo, in epoca romana, ritroviamo delle costruzioni che seguivano la tecnica dell’opus reticulatum, per la realizzazione di opere cementizie e dell’opus sectile, per le decorazioni di pavimentazioni o fregi murari, basati su griglie di quadrati incrociate, proprio a formare un reticolo.
La modularità del quadrato è fondamentale e alla base delle tassellature, immagini apparentemente complesse, ma che se osservate meglio, sono proprio una replicazione del modulo del quadrato.
Un altro parallelismo che si può fare col quadrato è l’origami, tecnica orientale, diffusasi anche in occidente, che consiste nel ripiegare più volte un foglio quadrato di carta, con l’intento di modellarla per ottenere una figura più complessa. Questa tecnica viene utilizzata anche per molte installazioni!

Installazione Origami
Ma il quadrato lo ritroviamo anche in forma nascosta, usato come “tracciato guida” per realizzare rapporti armonici nella progettazione architettonica.
Pensiamo alle planimetrie di fortezze, cappelle, chiese e abitazioni private, opere magistrali di autori illustri come “La Rotonda” di Palladio, la “Basilica di San Pietro” di Bramante, “Villa Savoye” di Le Corbusier e non solo…

Villa Savoye – Le Corbusier

San Pietro Bramante

La rotonda Palladio
Questa caratteristica non è riconducibile solo alla pianta di un edificio, ma anche nel prospetto!
Il portico dello “Spedale degli Innocenti” di Brunelleschi, la facciata di “Sant’Andrea” a Mantova dell’Alberti, ripropongono come modulo e sotto modulo il quadrato.

Sant’Andrea a Mantova
Anche nel mondo pittorico troviamo il quadrato come modulo e in alcuni casi, scelto anche come formato.
Leonardo, in uno dei suoi più famosi disegni, rappresenta l’unione simbolica tra arte e scienza: l’uomo Vitruviano è perfettamente collocato all’interno del cerchio e del quadrato, forme considerate perfette anche da Platone.

Uomo Vitruviano
Klimt prende il quadrato e lo utilizza come formato delle sue opere, “Il bacio” ne è un esempio.
Come mai questa scelta?
La scelta ricade sul più rigoroso dei formati per poterlo trasfigurare in uno spazio spirituale ed infinito con l’oro e le curve dei suoi dipinti.

Klimt
Differenti, ma sempre di grande interesse, sono gli esperimenti delle Avanguardie, dove il quadrato diventa esso stesso il soggetto pittorico.
Si tratta di opere astratte appartenenti a movimenti come il neoplasticismo, il suprematismo, l’op-art, il minimalismo e altre correnti legate all’astrazione geometrica.
Un altro esponente degno di nota è sicuramente Mondrian, con i suoi quadri “a griglia” dove il tema principale è il rigore geometrico, che diventa soggetto dell’opera assieme ai colori primari.
Mondrian voleva rappresentare la realtà delle cose, libera da qualsiasi fronzolo, essenziale, astratta e geometrica.
Anche Bruno Munari, maestro di arti visive, era interessato agli aspetti didattici ed espressivi del quadrato, al punto da utilizzarlo spesso nei suoi dipinti, oltre che a dedicargli un intero libro.

Bruno Munari – La scoperta del quadrato
Gli esercizi sulla suddivisione del quadrato, sono tantissimi e di grande utilità didattica, infatti Le Corbusier, oltre a farne un largo utilizzo, in quanto li definiva “una garanzia contro l’arbitrio”, ne pubblicò alcuni esempi, utili sia all’architetto che al pittore.
Anche il ben noto rettangolo aureo, si ottiene proprio partendo dal un semplicissimo quadrato. Accostando un quadrato a un rettangolo aureo, si crea un nuovo rettangolo aureo così via all’infinito, secondo un andamento a spirale.
Ritornando al quadrato come immagine geometrica, possiamo pensare a un “pixel”, un elemento dalla forma quadrata che tutti abbiamo sotto gli occhi nella nostra quotidianità, che ha ispirato molti artisti a “pixellare” dipinti famosi che restano comunque riconoscibili e poi Banksy che ne hanno fatto una trasposizione scultorea.
Quest’effetto lo possiamo ritrovare anche in epoche in cui non erano ancora nate le immagini digitali, come il pavimento disegnato da Carlo Scarpa per il Palazzo Querini Stampalia di Venezia.

Carlo Scarpa Pavimento Palazzo Querini
Qualcosa di simile è stato fatto anche da Gerhard Richter per la vetrata del transetto sud del Duomo di Colonia.
Il quadrato ricorre anche in molte installazioni di arte contemporanea come quella Oitica concreta e pesante o di Buren, più eterea e trasparente.

Oiticica Installazione arte moderna

Buren
Altre installazioni ci mostrano il quadrato come una struttura di luce (Flavin) o una cornice che inquadra un bosco (Engman). Molto suggestiva è anche l’installazione di eCloud, composta da centinaia di quadrati in policarbonato, opachi e trasparenti che richiamano una nuvola.

Dan Flavin
In conclusione possiamo certamente affermare che questi grandi artisti, nella realizzazione dei loro capolavori, partono sempre dalla semplicità, ed è proprio lì che nasce il genio.