
ll punto di partenza è lo studio del colore e dei suoi effetti sugli uomini.
VASILIJ KANDINSKIJ
Lo spirituale nell’arte (1912)
Facciamo un esperimento, insieme: provate a chiudere gli occhi e ad immaginare, una per volta, delle città che avete visitato o che conoscete. La prima associazione che vi aiuterà visualizzarle nella mente sarà quella cromatica: comincerete, così ad immaginare le architetture vivaci e colorate di Amsterdam, le cupole azzurro e la calce dei muri di Santorini, lo skyline rosso della città di Bologna.
Ogni città, dunque, ha un suo colore?
La risposta affermativa a questa domanda vale soprattutto per la città storica, il cui volto è derivante dai suoi colori dominanti, legati ai materiali più facilmente reperibili e disponibili nell’area ad essa circostante.
Parliamo quindi di dualismo colore-materia, in quanto i toni della pietra o le diverse sfumature degli intonaci costituiscono i diversi valori cromatici che caratterizzano inequivocabilmente l’impronta percettiva di un insediamento, favorendo nell’osservatore la memorizzazione del Genius loci e del suo carattere identitario: per questo il centro storico di Bologna non è “rosso” ma di cotto così come la calce bianca dei muri della Grecia richiamano i materiali edili più usati nel sud del Mediterraneo, come in Puglia.
Diverso il discorso sulla città contemporanea, totalmente slegata dal suo contesto locale e spinta alla sperimentazione di materiali e tecniche innovative, usate anche dall’altra parte del mondo per effetto della globalizzazione.
È quindi evidente quanto sia importante approcciare correttamente lo studio della cromaticità delle città e in tal senso hanno ragion d’essere i Piani del Colore: strumenti di
pianificazione e di programmazione delle trasformazioni delle città, preceduti da studi e catalogazioni relativi alla tradizione cromatica, ai materiali e agli elementi costruttivi della città nel corso della storia.
Il colore, dunque, ha un forte peso sulla definizione della Facies urbana, anzi, possiamo affermare che quest’ultima stessa è il colore, permettendo ai valori cromatici di ogni singola città di legarsi a uno o più specifici materiali e sostenendo la tesi dell’impressione cromatica e del ricordo di una città di cui parlavamo poc’anzi.
Ad esempio:
– I monumenti principali della romanità ricordano la ricchezza di “Lapis Tiburtinus” che determina la cromia bianco-giallastra tipica del travertino di Roma;
– La ricchezza di “Marmor Lunense” nella zona di Carrara determina il bianco prevalente delle città toscane, prime fra tutte Pisa che nella piazza dei Miracoli presenta il manifesto delle potenzialità del territorio circostante;
– Bologna è rossa per le caratteristiche argillose del suo sottosuolo;
– Verona assume una colorazione rosata per la massiccia presenza della pietra calcarea estratta dai monti Lessini;
Se il colore ha un peso forte sulla qualità urbana, non possiamo trascurare il ruolo determinante della luce, la quale ci restituisce differenti percezioni a seconda del materiale su cui si riflette.
Se le nuove frontiere della tecnologia offrono un innumerevole campionario di materiali, connotati da texture materiche, tridimensionali nella loro superficie e cromia, le frontiere dell’informatica e dell’illuminotecnica (con l’avvento di luci led, fibre ottiche e con la possibilità di proiettare immagini in modo dinamico sulle superfici) consentono di trasfigurare la materialità delle superfici, con effetti di continua variazione che tolgono la certezza del peso della materia costruttiva.
Se nell’architettura storica la luce batte sulla superficie restituendone un’immagine, in queste nuove architetture la luce è prodotta e non più restituita dalla superficie.
La luce è quindi ancora più protagonista della scena urbana, con i suoi effetti modifica la percezione del volume degli edifici: colore, materia e luce si fondono in un’unica interpretazione progettuale che diviene suggestione individuale e collettiva.
Allora, una città come cambia volto se vista di giorno o nel cuore della notte?
Amsterdam di giorno, con le colorate case riflesse nelle acque dei suoi canali
Sempre Amsterdam, ma di notte.
Avete notato come varia la percezione urbana cambiando semplicemente momento del giorno?
Polignano a mare di giorno è inconfondibile nelle sue mille sfumature marine
Polignano a mare di notte è invece surreale con le tonalità blu che lasciano posto alle mille luci della città.