
In un Paese in cui il tasso di violenze è ancora alto, la disseminazione di “anticorpi” all’interno della società diventa fondamentale. Tanto più nei piccoli borghi, sempre più interessati dai fenomeni di spopolamento, dove è forte il bisogno di servizi sociali, educativi e culturali.
Da questo assunto, sulle rovine di un edificio confiscato alla criminalità, prende forma La Casa dei Mandarini: un centro polivalente e antiviolenza per la comunità di Santa Maria Imbaro, in Abruzzo.
A ispirare l’ideazione, inciso nel nome del progetto, l’unico elemento in vita presente nel cortile abbandonato: un mandarino che vegeta e si riproduce a dispetto del degrado intorno. Proprio come l’audace albero con le sue radici è riuscito a esplorare substrati fertili, così La Casa dei Mandarini pone qui le sue fondamenta per ergersi a simbolo di coscienza collettiva e rinascita. Un centro di aggregazione e di socialità, con ludoteca, laboratori d’arte, sala studio e biblioteca. Un luogo di incontro e di svago, in cui la dinamicità degli ambienti riflettono lo slancio che ne ha ispirato l’immaginazione, stimolano il sogno e la creatività. Una realtà che supporta la nascita di attività imprenditoriali e forme di autoimpiego, sostiene l’empowerment femminile e generazionale; un “safe space” che diffonde una cultura contro la violenza e la discriminazione di genere; ma soprattutto, un riparo per donne e bambini che vivono in condizioni di marginalità e sono vittime di sopraffazioni.
Il concept e il progetto
Il mandarino, con i suoi esperidi, è icona di una natura che si riappropria degli spazi e dona bellezza. Metafora di una comunità che rivendica il suo “diritto alla città”.

La Casa dei Mandarini_Anatomia del mandarino concept © LAP Architettura
Come la buccia, resiliente e protettiva, è il primo elemento di riconoscibilità, così le mura esterne dell’edificio, distinguibili e permeabili, mostrano scorci degli interni. L’invito a entrare è enfatizzato da una fascia in rame sulla pavimentazione che, dall’ingresso principale, si apre verso il giardino retrostante. Qui si trasforma in un corpo scala che, come un nastro, si avvolge e conduce al piano superiore.

La Casa dei Mandarini_ ingresso principale © LAP Architettura

La Casa dei Mandarini_ retro © LAP Architettura
Gli spicchi, ricchi di elementi nutritivi, interpretano l’essenza del progetto: racchiudono i pensieri, le idee, le percezioni scaturite dall’esplorazione e i progetti elaborati. Le funzioni assegnate agli spazi disegnati diventano fonte di energia alla base del processo di valorizzazione dell’intero complesso. Al primo piano, le pareti non sono mai rigide, ma sempre concave o convesse, versatili, attrezzate, per dare vita ad ambienti aperti, al massimo definibili da un sistema di tendaggi e gradonate, con funzione di seduta e di gioco. Al seminterrato invece, dove si prevede un centro di ascolto, gli interni garantiscono privacy e riservatezza.

La Casa dei Mandarini_ primo piano © LAP Architettura
I semi sono l’elemento più prezioso e potente per la diffusione della specie. Sono allo stesso tempo presente e futuro e la loro propagazione genera nuova vita. Simboleggiano i beneficiari de La Casa dei Mandarini che, vivendo nuovi spazi ed esperienze, potranno diffondere azioni utili alla comunità. A partire dal giardino e dal mandarino, da cui si diramano i percorsi che conducono al vicino Plesso scolastico per sottolineare la stretta unione e collaborazione fra i due istituti. Lo spazio verde, composto da terrazzamenti, giardini, orti, tavoli da lavoro, strutture gioco, diventa portatore di valore ecologico e bene culturale.
Il progetto è il risultato di un lavoro sinergico tra lo Studio LAP Architettura, l’Architetto paesaggista Marilena Baggio, il Prof. Carlo Colloca docente di Analisi sociologica e metodi per la progettazione del territorio presso l’Università di Catania, la Dott.ssa Antonella Agnoli progettista culturale, la Dott.ssa Nicla Roberto fundraiser, e CIVICA, proposto nell’ambito della Strategia Nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie prevista dal PNRR.