Copertina di ARKT academy marzo 2020

Nel giugno scorso in occasione della sessione d’esami estiva del corso di progettazione tenuto dal professor Valerio Paolo Mosco, l’Università IUAV di Venezia ha ospitato Eterno Ivica quale azienda d’eccellenza impegnata nella diffusione di una cultura architettonica basata sulla ricerca e l’innovazione di sistemi costruttivi capaci di coniugare funzionalità estetica e sostenibilità.Riteniamo sia importante instaurare sinergie tra l’università ed il mondo dell’impresa tanto più in un contesto come quello veneto dove le PMI sono l’asse portante dell’intero sistema produttivo. Coinvolgere gli studenti significa mostrare loro le eccellenze del territorio, possibili realtà con cui collaborare non solo dopo il percorso universitario ma anche durante gli studi tramite paternariati di ricerca, occasione per promuovere conoscenza e sviluppo.

Quando Eterno Ivica nelle figure di Federica Favero Falconi ed Elisabetta Balzani mi hanno raccontato di ARKT abbiamo concordato potesse essere un’occasione per avviare un dialogo basato sui principi precedentemente esposti. A tal proposito ringrazio il prof Mosco per averci permesso di coinvolgere il corso, e gli studenti che hanno risposto con entusiasmo all’invito accettando di mettere a disposizione il loro lavoro.

IL LABORATORIO AA 2018/2019

Nel descrivere il percorso fatto insieme mi rifaccio alle parole scritte dal prof. Mosco per introdurre il corso agli studenti.

L’anno accademico è stato scandito da una serie di lezioni frontali dedicate all’architettura arcaica e primitiva, alle forme primordiali del costruire, alle sue necessità e alle tecniche degli antichi, particolare attenzione è stata data allo studio delle primitive conformazione urbane. Ciò è servito come premessa per riflettere su come il pensiero moderno abbia riscoperto l’architettura delle origini elevando la stessa a matrice “originale” di un fare la cui legittimità potesse avere un solido fondamento antropologico. Un processo che da Laugier e Semper passa attraverso Le Corbusier per giungere oggi dell’architettura frugale o sostenibile. Parallelamente a questa parte teorica la classe divisa in piccoli gruppi ha sviluppato un progetto per degli atelier per artista nell’isola di Sant’Elena a Venezia.

Volutamente si è concesso agli studenti di intendere il programma funzionale in maniera piuttosto flessibile, senza dare alcun peso a standard o codifiche spaziali preordinate questo ci ha permesso di riflettere sullo spazio e sulle sue conformazioni. I progetti esposti sono molto diversi tra loro questo perché non costretti da precise indicazioni stilistiche ma frutto di intuizioni dei singoli studenti supportare e rese coerenti nel linguaggio tramite le revisioni fatte dal docente Valerio Paolo Mosco e dai suoi collaboratori: Silvia Codato, Irene Peron ed il sottoscritto.

– Giacomo Ghinello

 

Anteprima copertina ARKT

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PROGETTO 1

LONARDI MARCO
CAMPRI PIETRO

In una zona di Venezia dove si respira ancora la vera essenza della città composta da cittadini che non si sono arresi all’ondata turistica che sta conquistando tutta l’isola, abbiamo pensato ad un progetto che fosse testimonianza intrinseca della vernacolarità del luogo.

Il viaggiatore vedeva il quieto villaggio dove era costretto a passare la notte, distendentesi sui prati al di là del torrente […] nella prospettiva polverosa vedeva per la prima volta le torri di una città famosa, languide nel tramonto: ore di piacere calmo e profondo

(John Ruskin. Le pietre di Venezia, Rizzoli, ed. 2018).

Ci siamo rifatti a quest’idea di Ruskin, delle torri che si ergono dall’acqua e le donano il loro riflesso. Queste torri, silenziose nella forma, sono rumorose nei loro elementi, che servono a trasmettere il messaggio di questa città che cerca di mantenere la sua naturale originalità distaccandosi da questa tendenza che la sta portando sempre più ad assomigliare ad un’imitazione malconcia dell’imitazione ricostruita di Las Vegas.

Il progetto nel suo complesso si sviluppa lungo due assi, uno verticale della torre e uno orizzontale degli spazi comuni al piano terra. Le torri sono in totale cinque e sono composte da un piano d’ingresso, cinque piani di alloggi da due persone e un alto belvedere pergolato all’ultimo piano.

Foto del progetto 1

L’ingresso di ciascuna torre si snoda lungo un sentiero lastricato, che risulta essere il solaio del piano sottostante di spazi comuni. Essi sono composti da un piano magazzino/lavanderia al piano terra di ogni torre e una lunga manica che unisce tutte le torri creando luoghi di svago/studio. In corrispondenza delle torri davanti, dietro si trova una sorta di hortus conclusus delimitato su tre lati dalle rampe che dal sentiero rialzato portano al prato.

Foto del progetto 1

Queste rampe corrispondono ad altri luoghi comuni al di sotto, i quali possono usufruire della luce portata proveniente da ampi lucernari. Il materiale principale del fabbricato è il mattone. Abbiamo ripreso questo materiale rifacendoci alle immagini dei campanili più noti della città.

Per la muratura abbiamo utilizzato uno schema di mattoni a tre teste con armatura, mentre per il sentiero sono disposti a spina di pesce. A sostegno dei solai ci sono travi ipe con una lamiera grecata che contiene il laterizio armato e la fascia impianti.

 


PROGETTO 2

SARTORI GIULIO

     Disegno tecnico n°4 del progetto di Sartori Giulio

Foto del progetto 2

 


PROGETTO 3

JIN YOUNG KWAK
MARCHIORI ALESSANDRO
ZEFI KARMELA

Disegno tecnico n°2 di Jin Young Kwak, Marchiori Alessandro e Zefi Karmela Disegno tecnico n°1 di Jin Young Kwak, Marchiori Alessandro e Zefi Karmela

L’idea progettuale del nostro lavoro prende spunto principalmente dal luogo dove è stato pensato, l’edificio calato a Sant’Elena nella fascia verde del parco delle Rimembranze è pensato per confondersi con esso. L’edificio prospetta la laguna con il lato più lungo. È inserito nella parte sud (campi da gioco) della scuola navale militare Francesco Morosini.

 

Cinque percorsi pedonali suggeriti dall’impianto modulare dell’edificio lo collegano alla rete infrastrutturale dell’isola.

Nella parte residenziale, che si apre verso l’interno dell’isola, troviamo al piano terra un unico volume vetrato adibito a spazio collettivo pensato per lo studio e l’incontro (lungo 64 metri, largo metri 9,70 alto metri 3,40). All’interno di questa grande zona i blocchi dei servizi igienici, unici spazi definiti da murature, presentano un’altezza di metri 2,40, senza interrompere così la spazialità dell’ambiente.

Su questa “scatola” trasparente impostata su uno schema strutturale con passo di 4 metri sono appoggiati i due piani degli appartamenti, 8 appartamenti per livello. Dal punto di vista formale e funzionale i due piani sono caratterizzati da una parete totalmente chiusa da battenti apribili e regolabili che, all’occorrenza, proteggono gli appartamenti dai freddi venti di tramontana.

 

Gli appartamenti sono pensati come spazi in continua ridefinizione, ogni appartamento che può accogliere due studenti, è strutturato con elementi divisori movibili da definire secondo le occasioni e le opportunità quotidiane con la semplice apertura di porte vetrate o pareti mobili.

Il prospetto nord è un prospetto dinamico, infatti con il gioco dei battenti aperti, o parzialmente aperti, o chiusi, la sua immagine complessiva non sarà mai uguale a se stessa

All’ingresso dell’appartamento sulla destra si trova lo spazio cottura mentre sulla sinistra troviamo i servizi igienici, superata la cucina entriamo nello spazio soggiorno diviso da una parete mobile dallo spazio camera; i due spazi sono collegati per mezzo di porte vetrate a due loggiati a loro volta protetti da battenti prospettici che si aprono verso nord.

L’immobile si divide in due situazioni principali la parte residenziale, che guarda verso nord e lo spazio di transizione coperto inteso come spazio collettivo, che prospetta verso sud e che divide il chiuso degli appartamenti dallo spazio aperto del parco. È il parco che si prolunga all’interno dell’edificio o l’edificio che si protende verso il parco. È lo spazio della socialità, dello studio e dell’incontro che si affaccia verso il sole, verso l’isola di San Servolo e verso il territorio della laguna.

Tutti gli appartamenti sono raggiungibili attraverso un dinamico intreccio di scale e rampe posizionate nella parte dell’edificio che si apre verso sud, uno spazio di transizione adibito a studio e incontro completamente aperto che si sviluppa sull’ altezza di tre piani dove una serie di pilastri di legno, che ricordano le briccole lagunari o i tronchi dei grandi alberi del parco delle Rimembranze, disposti in maniera apparentemente casuale sorreggono la copertura.

Tra questo intricarsi di “alberi” o di “briccole” partono dei percorsi distributivi (scale e rampe) che si sviluppano in verticale e collegano direttamente tutti gli appartamenti con l’area collettiva, in un percorso distributivo che ricorda le scale irrazionali di Esher o le scale labirintiche delle prigioni Piranesiane.


PROGETTO 4

ELEONORA AMBROSINI
EMMA GRANDOTTO

Foto del progetto 4

Foto del progetto 4

Foto del progetto 4