
La concattedrale di Taranto rappresenta l’opera che per fama e interesse si pone tra le architetture più rilevanti dell’intera opera del maestro Gio Ponti.
La grande Madre di Dio, nella sua ideazione e progettazione, rappresentava il momento più alto di un disegno che la vedeva al centro di una composizione urbanistica che avrebbe interessato un’area più ampia dell’attuale ingombro.

Lettera di Gio Ponti a Guglielmo Motolese, 1964
Il progetto architettonico nelle intenzioni di Gio Ponti era sostenuto e valorizzato dal progetto urbanistico, la valorizzazione del contesto urbano periferico in cui si innestava l’intervento doveva “sostenere” nel tempo la sua opera architettonica.
PIANO URBANISTICO
- Proposta urbanistica, 1971
- Il Parco della Pace, 1970
La proposta per l’area era caratterizzata dalla disposizione di edifici non troppo alti(altezza non superiore a 19 metri) disposti a esedra attorno alla concattedrale, soluzione che avrebbe permesso di creare un’atmosfera unitaria attorno e con la concattedrale.
La concattedrale sarebbe stata difesa dall’edilizia limitrofa ma non isolata dalla vita sociale. Il piano, infatti, prevedeva la realizzazione di scuole, case, centri culturali e ristorati, funzioni che insieme al vasto giardino avrebbero favorito, per il progettista, la vita sociale all’interno e nell’intorno dell’area.
SISTEMA DEL VERDE

Coloriture e annotazioni autografe, 1970
La realizzazione di un vasto giardino e la “posa” di rampicanti sulle facciate e sulla vela, rappresentavano per Gio Ponti un altro punto cardine del progetto.
Nella proposta di assetto urbanistico dell’intera area, vengono eliminate le due strade perimetrali a favore di un giardino che arriva a cingere le mura fino ad arrampicarsi su le pareti della chiesa.
L’idea che la natura prevalesse sull’architettura, arricchendola a dandogli lustro, era un’idea sostenuta anche nella disposizione della piantumazione attorno alle vasche. Questa dove essere disposta in modo naturale e non a distanza costante come si fa lungo le stradi comunali.
RICOSTRUIRE L’ASSENZA

Planimetria della zona circostante, 2002
Con il tempo tutte le aspettative di Gio Ponti sarebbero state disilluse. Il progetto urbanistico non fu mai realizzato, preferendo a quello l’assetto odierno.
Ricostruire l’assenza significa spostare lo sguardo dalla presenza, rappresentata dal manufatto architettonico, all’assenza, rappresentata dalla parte non realizzata del progetto del maestro.