Avete presente quel famoso detto “se non sei online, non esisti”?
Con quasi la metà della popolazione collegata ad internet, il mondo oggi è decisamente digitale.
Ed è proprio la necessità di investire su una comunicazione web, il motivo per cui noi di Eterno Ivica abbiamo deciso di portare una ventata di aria fresca al progetto IFA-Innovation For Architecture, il magazine che ormai da anni redigiamo. E’ per questo che, assieme all’agenzia web Megiston di Padova, abbiamo lavorato pensando a un nuovo concept, progettando un nuovo logo, ipotizzando la creazione di un sito-web e un nuovo vestito per il magazine IFA.
Il vecchio IFA – Innovation For Architecture
Per chi ci segue ormai da anni, si ricorderà sicuramente che il magazine trimestrale IFA – Innovation for architecture, è sempre stato un progetto sperimentale redatto da noi di Eterno Ivica (ormai specialisti e leader nel settore dei supporti per pavimentazioni sopraelevate da esterno), con l’obiettivo di creare un ponte comunicativo tra le aziende produttrici di soluzioni per l’architettura e l’edilizia e il mondo della progettazione e del design.
IFA è un nome che per anni ha funzionato offline, nei prodotti cartacei (è stato infatti un nome pensato appositamente per un magazine), ma non appena l’abbiamo testato nel mondo web, ci siamo subito resi conto che non avrebbe avuto molto successo.
Facendo diverse ricerche, infatti, abbiamo scoperto che IFA è una delle più antiche fiere di tecnologia della Germania; ma è anche un’importante società per lo studio dei problemi fiscali, è l’ istituto francese d’architettura di Parigi, è la sigla della federazione calcistica indiana, israeliana e pure irlandese.
Insomma era un acronimo decisamente inflazionato.
Il nuovo progetto: ARKT
Il magazine, e allo stesso modo il sito che a sua volta è stato realizzato, è inteso proprio come uno “spazio in cui poter parlare di architettura, in tutte le sue forme e sfaccettature”. Ma non solo, c’è spazio ovviamente anche per il design!
Interessante da notare è che nella parola ARKT (Architecture) si può leggere anche ART, inteso come arte, in riferimento al tentativo di convertire l’impronta tecnica ad un settore più di design, più artistico, che possa abbracciare col tempo l’interesse di molte persone, soprattutto sfruttando il web.
La scelta grafica è caduta subito su un logo scomponibile, combinabile ed utilizzabile in base alle esigenze comunicative.
Semplice e versatile, contrastato ma non urlato, con l’accostamento di Font come Anton ed Helvetica Neue, ARKT – Space to architecture inizia finalmente a prendere forma.
Lo stile moderno di Ando come fonte di ispirazione
Per il pittogramma, ci si è ispirati a Tadao Ando, un archistar giapponese dallo spirito minimalista, tra i più noti sulla scena internazionale, il cui scopo è la semplificazione delle forme.
In particolare, è grazie alla Kamigata Rakugo (o sala delle associazioni dello storyteller di Osaka), completata da Ando nell’aprile del 2012, che abbiamo capito come poter procede graficamente alla realizzazione di un prodotto finale.
L’edificio contiene sale prove e una galleria dedicata all’antica tradizione della narrazione oltre allo spazio per eventi mirati.
La pura struttura geometrica in calcestruzzo presenta semplici tagli triangolari nella conchiglia ortogonale, creando un ingresso e lucernari che illuminano l’interno in modo naturale.
Si è partiti da uno schizzo della Kamigata Rakugo cercando poi di modificare e semplificarne le forme per adattarle al concetto di “space to architecture”, così facendo il risultato ottenuto è stato più che soddisfacente.
Adotto sempre il punto di vista più essenziale e quotidiano, cercando di elevare gli spazi quotidiani al livello di spazi simbolici.
Le parole di Ando descrivono perfettamente il logo: uno spazio poligonale delimitato sui 5 lati da un tracciato bold, nero, che ho poi sezionato in tre parti, ottenendo un riferimento alle tre categorie con cui gli articoli sono da ora categorizzati:
- realizzazioni, con una divisione categorica sul tema di acustica, dove ci sarà una selezione di progetti realizzati in Italia e nel mondo;
- installazioni expo, dove faranno da protagonista le architetture costruite in vista di importanti eventi e fiere di architettura e design;
- e stories, una raccolta di articoli con lo scopo di raccontare di aziende, situazioni, curiostà che meritano di essere conosciute.
Ma, l’architettura è lo spazio, o è ciò che riempie lo spazio?
Questa è la domanda che ha dominato tutta la fase di progettazione. Personalmente penso sia lo spazio, ma in un certo senso anche ciò che lo riempie.
Usiamo lo spazio come confine di ciò che delimita un’area in cui desideriamo creare un’esperienza.
Se questo viene poi riempito, creiamo come delle masse che lo definiscono, e tutto prende forma, esprime un messaggio, diventando comunicazione.
Linda Pivesso – Graphic Designer (team Megiston)