Alice Mandelli copertina

Cosa ci spinge a decidere la meta di un viaggio? Voli low cost, consigli da parte di amici, film, libri, giornali e chi ne ha più ne metta. E perché no, la storia. Diverse sono le ragioni che possano averti spinto ad andare a Copenhagen, e qualsiasi sia il tuo background, quando ti fermi a fare un piccolissimo bilancio di viaggio, ti accorgi di aver perso il conto di tutte quelle volte che, con lo sguardo da bambino, hai pensato: “che meraviglia”.

Potrebbero essere le paste danesi ad averti fatto perdere la testa, certamente, ma c’è qualcosa di più significativo e presente a Copenhagen: il suo Design. Esteticamente bello, funzionale e soprattutto inaspettato, perché ovunque. Esattamente nello stesso modo in cui, mentre sovrappensiero cammini per strada, il profumo di dolci appena sfornati in una panetteria ti coglie di sorpresa, a Copenhagen succede con il Design. Arriva semplicemente da te, che tu lo voglia o meno. Si respira sicuramente l’aria di una città senza troppi vincoli, in cui i creativi hanno spazio per sperimentare e il risultato che si ottiene è una città viva, dinamica e aperta.

Niente sembra essere lasciato al caso e le persone in Danimarca nascono già con una forte educazione al senso estetico, anche grazie alla recente storia del design danese. Non a caso, giusto per citarne una su tutte, la Egg Chair, capolavoro di Arne Jacobsen disegnata nel 1958, ma inspiegabilmente contemporanea in molteplici contesti, a Copenhagen è ovunque, dove meno te lo aspetti: dalla hall degli hotel, alle aree lettura nei caffè, alle sale d’aspetto. E ciò che è estremamente affascinante è quanto profondo sia questo orgoglio rispetto al design locale, per questo va comprato, supportato e giustamente, mostrato.

EGG CHAIR @ Radisson Blu

EGG CHAIR @ Radisson Blu

Come secondo esperimento, si entri in un qualsiasi Coffee Bar: non troveremo muri dipinti di colori discordanti, calendari appesi alle pareti o frigoriferi brandizzati Coca-Cola. Essenziale. Troveremo l’essenziale, che rende gli spazi vivibili e piacevoli. A un frequentatore di un caffè, che intende rimanervi il tempo di bere un americano o di leggere un articolo di giornale, in effetti, non serve nulla di più che colori morbidi, tavolini e sedute, quadri alle pareti e piante. Ed è esattamente ciò che troverà. Questo è social design, progettare per le persone significa anche questo.

Cafè Feel Good

Cafè Feel Good

In un senso più vasto, ciò che stupisce di Copenhagen è proprio il bumping-into strutture o installazioni di design in maniera completamente casuale. Ne è uno straordinario esempio il ponte Cirkelbroen, disegnato dallo studio Olafur Eliasson, artista danese ormai noto in tutto il mondo. Il progetto è apparentemente in contrasto con la verticalità dell’architettura circostante, ma allo stesso tempo trova la sua collocazione perfetta grazie alle geometrie del cerchio. Analogamente, Superkilen, nel quartiere di Nørrebro, il progetto più fotografato di Copenhagen, firmato Superflex, in collaborazione con Bjarke Ingels Group e Topotek, nell’ormai lontano 2012, che consiste nella rivisitazione di due piazze con elementi non meno semplici di colori (nero-bianco e rosso-verde) e volumi.

 

Cirkelbroen

Cirkelbroen

Per chi nasce con una particolare predisposizione all’osservazione del dettaglio o alla curiosità nei confronti del disegno e della progettazione, Copenhagen è la sintesi perfetta del lasciarsi stupire, i dettagli arrivano a te, non sei tu a cercarli. E forse è proprio questa la bellezza della vita, lasciarsi sorprendere, ancor meglio se a sorprenderti è del sano design.