Fernando Tavora da giovane durante un mostra

La scuola portoghese porta alle sue spalle un lungo percorso culturale che diventa luogo, per molti architetti, ideale per sperimentare e progettare. Un esempio è Mantova, che ne è stata influenzata creando un legame unico con il Portogallo sfociatosi, attraverso varie opere architettoniche, nella omonima provincia.

L’IMPORTANZA DEL DIBATTITO

Il Portogallo è una delle poche nazioni che ha saputo creare , nell’ambito architettonico contemporaneo, una propria scuola di pensiero, un modus operandi progettuale riconosciuto, studiato e preso a riferimento. La qualità degli architetti lusitani e la statura progettuale dei loro edifici hanno posto questo territorio tra le eccellenze della produzione architettonica, elevandolo a caso studio oggetto di analisi e ricerche.

 

Quella che molti definiscono come “la scuola portoghese”, vedendo in questa definizione una condivisione di codici formali ed un comune approccio al progetto, è il frutto di una complessa ricerca, di un dibattito continuo e plurale, iniziato ai tempi del regime di Salazar e proseguito fino ai giorni nostri; un lungo percorso formativo che ha sempre riconosciuto all’abitazione un ruolo centrale, come testimonia il testo rivoluzionario “O problema della casa portuguesa”, dove Fernando Tàvora detta le linee principali di quella che diventerà la “terza via”, un’architettura che si opponeva sia all’estremo modernismo che al retorico accademismo del regime, e ”l’inquerito sobre à arquitectura popular portuguesa”, una ricerca territoriale, a cui prese parte lo stesso Tàvora, che aveva l’ambizione di analizzare l’architettura spontanea per coglierne continuità ed archetipi.

Pagina interna del libro

Pagina del libro “O problema della casa portuguesa”

Oltre all’abitazione ed alla tradizione architettonica popolare, da analizzare e recuperare, questo lungo dibattito e confronto ha  avuto un ulteriore punto cardine, come si evince dal libro “l’organizzazione dello spazio” di Tàvora : il contesto, inteso come accumulo di segni e significati da attualizzare, una ossessiva ricerca di rapporti tra il solido architettonico ed il luogo in cui esso sorge, considerando il vuoto stesso come elemento da progettare al pari dei volumi costruiti.

 

Il risultato di questo lungo percorso culturale è una forma mentis progettuale che, specialmente per l’attenzione al contesto e per l’essenzialità geometrica, risulta essere facilmente esportabile, trovando inoltre nella rivoluzione tecnologica in atto, un grande alleato.

 

PORTOGALLO – MANTOVA

Oggi l’architettura vive una realtà molto differente rispetto agli scenari di qualche decennio addietro e la realtà “liquida” ha favorito il crescere di influenze esterne e di continue contaminazioni, sia commerciali che artistico-culturali, creando spesso connessioni e contatti inusuali ed inaspettati, come la sottile linea rossa che unisce il Portogallo alla piccola, e periferica, provincia mantovana. In questa piccola realtà, nonostante la diffusa scarsa qualità della produzione architettonica ed i continui esempi di costruzioni in perfetto stile “padania classic”, sono nati e cresciuti alcuni architetti che in Portogallo hanno trovato il loro habitat progettuale ideale, Mantova ha inoltre da tempo compreso la qualità dell’insegnamento portoghese, diffondendone il linguaggio in conferenze aperte al pubblico e nelle aule accademico dell’ateneo locale.

 

Il legame Portogallo-Mantova diventa sempre più concreto ed i segni nella provincia sono sempre più tangibili ed apprezzati, è il caso della “casa bianca” a Bozzolo, un edificio residenziale di 220 mq. concluso nel 2010 che è valso alla progettista, l’architetto Paola Marini, il premio Fondazione Renzo Piano.

Abitazione completamente bianca collocata su un prato dietro un'altra casa

Casa a bozzolo a Mantova

La costruzione trae grande ispirazione dai progetti firmati dal famoso architetto di Lisbona Aires Mateus, nel cui studio la progettista ha lavorato ed appreso per diversi anni,  il progetto può quindi essere considerato come la più importante testimonianza di linguaggio architettonico portoghese attualmente presente in terra mantovana.

 

La residenza, situata nei pressi delle mura del paese ma esterna al centro storico, appare come un monolite bianco, soluzione cromatica presente in molte opere di Aires Mateus, il cui volume è lavorato per sottrazione, il contatto tra esterno ed interno è reso possibile da ampi tagli asimmetrici che determinato, verticalmente, le finestrature e, orizzontalmente, i piccoli patii ipogei che incidono il terreno. L’opera esalta il proprio carattere scenografico durante i periodi invernali, quando le numerose nebbie avvolgono questi territori, rendendo i paesaggi malinconici e lunari.

 

Il caso-studio di Bozzolo non è l’unico segno tangibile del prolifico rapporto che intercorre tra Mantova ed il Portogallo, questa convergenza di intenti e di aspirazioni, inizia ad essere tangibile anche tra gli studi-atelier portoghesi che hanno saputo ottenere posizioni di rilievo su riviste e pubblicazioni, è innegabile infatti che tra questi professionisti di spicco sia presente lo studio Correira/Ragazzi, formato da Graca Correira, portoghese dalla grande sensibilità artistica e già collaboratrice di Souto De Moura , e da Robero Ragazzi, mantovano di Poggio Rusco formatosi tra i grandi nomi dello IUAV, tra cui Francesco Venezia e Tafuri, sbarcato a Porto solo dopo aver concluso gli studi accademici.

 

L’IMPORTANZA DELL’INSEGNAMENTO

Se nell’architettura costruita inizia ad essere visibile l’influenza che il Portogallo esercita su alcuni architetti mantovani, è però nell’insegnamento che questo legame si concretizza e si cementifica, è la formazione infatti l’area dove sono riposte le grandi speranze mantovane, è nel dibattito e nella ricerca che queste influenze trovano la propria linfa vitale e gettano le basi per una crescita architettonica così necessaria in questa provincia.

 

Il punto di riferimento, per il diffondersi della cultura architettonica, rimane il Politecnico di Milano che in città ha una propria sede, questo campus può vantare la presenza di docenti molto influenti, tra cui il premio Pritzker 2011 Souto De Moura, uno dei tre Maestri storici, con Tàvora e Siza, della scuola portoghese.

Politecnico di Milano visto dal giardino anteriore

Politecnico di Milano

La presenza di figure di spicco, e la conseguente volontà di trasmettere il proprio approccio progettuale, rappresenta un ottimo investimento per il futuro della città da un punto di vista progettuale; insegnare un approccio progettuale costruttivo ed attento al contesto, come quello nato in Portogallo, è la via privilegiata per avere progetti misurati ed in grado di sviluppare le potenzialità di ogni luogo.

 

Il Politecnico non è l’unica istituzione ad avere finalità educative e formative, all’importante ruolo ricoperto dall’ateneo si affianca idealmente il L.A.C. Laboratorio di Architettura Contemporanea, un’importante associazione che ha avuto la lucidità di capire l’importanza e la necessità di promuovere dibattiti e convegni legati all’architettura contemporanea in una città storica, con il fine di elevare la qualità architettonica; al L.A.C. va il grande merito di aver costretto Mantova ad un confronto continuo con riferimenti esterni di qualità, con linguaggi architettonici inusuali per una realtà con un fortissimo retaggio storico.

 

Nel numeroso susseguirsi di architetti che hanno partecipato agli eventi organizzati dal Laboratorio di Architettura Contemporanea, sono stati molti i maestri portoghesi che hanno avuto l’occasione di diffondere la propria scuola di pensiero, fortificando ulteriormente la sottile linea rossa che unisce il Portogallo a Mantova.