Nel nostro primo appuntamento l’attenzione maggiore è posta sul concettualizzare la definizione di ostacolo nell’impedimento di un azione.
Essendo questo il momento introduttivo al tema, volevamo che fosse esplicita e concettuale tanto da non aver bisogno di spiegazioni. Il visitatore entrando, pur non essendo a conoscenza del nostro ragionamento generale sull’ostacolo, si è trovato immerso in una situazione paradossale: un’installazione interattiva, ma allo stesso tempo non interattiva; un’installazione che comunica con il visitatore, ma ne blocca la risposta; un’installazione che invita a compiere un gesto, ma senza permettere di agire liberamente.
La mostra risulta quindi di impatto poiché il visitatore è spronato a fare subito esperienza dell’impedimento. Egli è esortato a compiere delle semplici azioni quotidiane che sono state scelte in maniera casuale tra una moltitudine, ma tutte riconducibili all’esperienza comune.
ACCENDI – La lampada essendo solo una riproduzione grafica di se stessa perde la sua funzione.
SALI – La scala, che per sua natura connette due quote differenti, risulta matericamente inadeguata.
SIEDI – La sedia, cambiando la sua posizione nello spazio, viene privata della sua utilità.
ENTRA/ESCI – L’apertura, a causa della presenza di un elemento fisico, non consente la connessione tra gli spazi.
L’intenzione è stata quella di far scontrare il visitatore con l’ostacolo stesso mettendolo di fronte a paradossi spaziali di diversa natura: l’impressione è quella di poter svolgere l’azione indicata, ma le caratteristiche del mezzo le si oppongono.
Contrariamente a ciò che ci si aspetterebbe, l’interattività non si trova nell’azione, ma nell’intenzione di agire. Nel tentativo di compiere l’azione indicata si prende quindi coscienza della ragione per cui si è ostacolati nell’agire, come il materiale, la posizione e l’assenza o presenza di un elemento fisico.