Immagine con vari progetti di Stortho

Il percorso di studi in campo architettonico, condiviso da tutti i membri del collettivo Storthø, ha influito sull’interesse comune per il tema dell’ostacolo. La riflessione è nata osservando quanto le persone e lo spazio in cui vivono si condizionino reciprocamente, in una relazione che comprende anche ostacoli di diversa natura. In quanto collettivo avevamo l’obiettivo di realizzare una serie di installazioni interattive, nelle quali abbiamo fatto confluire il nostro interesse sul concetto di ostacolo.

La volontà di progettare delle esperienze interattive è un presupposto metodologico per indurre una riflessione senza dare un’univoca risposta autorale. Il visitatore entra a far parte di un discorso aperto e ne diventa a sua volta il protagonista interagendo con l’installazione.

Considerando che i visitatori, nell’interagire con l’installazione, portano con sé molteplici approcci personali da noi non prevedibili, è nata la necessità di proporre degli esercizi di astrazione che fossero stimolo per una personale interpretazione sul concetto di ostacolo.

In quest’ottica il pubblico diventa parte integrante dell’installazione che prende vita nel momento in cui entra in gioco l’esperienza del singolo. Come l’esperienza interattiva ha bisogno di un soggetto, allo stesso modo quest’ultimo, attraverso l’installazione, è portato a una nuova consapevolezza sulla natura degli ostacoli che si fronteggiano nel vivere lo spazio.

Partendo quindi dalla definizione di ostacolo come “elemento, fisico o non fisico, che si oppone e costituisce impedimento ad un’azione, un’attività, un movimento”, abbiamo cercato di capire sotto quali vesti si potesse manifestare.

La natura dell’ostacolo può essere ritrovata in diversi ambiti da quella domestica a quella urbana, da quella sensoriale a quella percettiva, da quella materica a quella spaziale. Questo ci ha fatto riflettere sul fatto che il concetto di ostacolo implichi un impedimento: il compimento di un’azione, la visione di un qualcosa, l’ascolto di un suono, la comunicazione o il contatto con una persona o semplicemente il muoversi nello spazio. L’impedimento può avvenire attraverso diverse modalità, infatti la presenza o l’assenza di un oggetto, la morfologia e la dimensione dello stesso e la sua posizione nello spazio possono essere ostacolo.

La serie di installazioni non aveva lo scopo di arrivare a delle risoluzioni, ma si è focalizzata sulla conoscenza dell’ostacolo poiché “l’uomo scopre se stesso quando si misura con l’ostacolo” Antoine de Saint-Exupéry in Terre des hommes. Così come la serie non era impostata su un processo di presentazione e soluzione di un problema, anche all’interno dei singoli lavori si riscontra lo stesso approccio.

Lasciandoci ispirare sia dalle condizioni geopolitiche, sociali e culturali in cui viviamo, che dal nostro immaginario, tra le diverse sfaccettature sull’ostacolo, abbiamo scelto di sintetizzare i nostri ragionamenti in tre appuntamenti: Mind the Gap, MURO, OOPS! La casa inesatta

Riflessioni e future opportunità

Durante questo nostro percorso d’indagine il forte coinvolgimento dei visitatori ci ha fatto rendere conto di come l’ostacolo sia un argomento molto sentito in quanto esperienza comune a chiunque, partendo dalla vita di tutti i giorni.

Questo confronto con il pubblico ci ha restituito un ventaglio di possibili approfondimenti, essendo il tema così ricco e variegato. Infatti, pur essendo conclusa la nostra serie di installazioni temporanee, il tema dell’ostacolo resta aperto a future ed eventuali interpretazioni, continuando a stimolarci e a fornirci molteplici spunti.