Scene di vita quotidiana dove le persone raffigurate incontrano degli ostacoli nella loro abitazione

Ci siamo trovati a pensare e progettare l’ultimo appuntamento della serie in concomitanza con la necessità di isolarci in casa dovuta alla crisi sanitaria, dando inizio ad un lungo periodo di domesticità forzata.

Il tema dell’abitare, da noi già precedentemente considerato riflettendo sul tema dell’ostacolo, ci è sembrato calzante e immediatamente adattabile a quello che stavamo vivendo. Alla luce del fatto che tutti si sono trovati a vivere più intensamente del solito gli spazi della casa, abbiamo ritenuto opportuno chiedere al pubblico di interagire proprio nella fase di progettazione, ribaltando così i tempi di interazione fino a quel momento adoperati.

Abbiamo pensato fosse interessante, come base per la nostra ricerca, prendere gli ostacoli domestici inviati dai partecipanti della call, lasciandoci ispirare dai loro molteplici esempi che si sarebbero sicuramente distaccati da quelli riconducibili alla nostra esperienza personale, arricchendola notevolmente. Questa inclusione nella parte progettuale, che generalmente avremmo condotto restando nell’ambito del collettivo, ha voluto anche contrastare la sensazione di isolamento intellettuale che può nascere in questa particolare situazione. La call era strutturata quindi come una richiesta di un video che mostrasse un errore progettuale che impedisse o rendesse difficoltoso il compiere un’azione nella propria casa.

Numerose mensole difficilmente raggiungibili, porte bloccate nella loro apertura, spazi angusti, servizi sottodimensionati, impianti mal collegati, passaggi problematici da percorrere sono alcuni degli esempi ricevuti e che hanno contribuito a dare il via alla nostra riflessione sull’ostacolo nello spazio domestico.

L’opportunità di ragionare sul tema della casa, a noi molto caro, ci ha condotto alla conclusione di questa trilogia sull’ostacolo.